di Silvia Curti, SSIS Umbria
I nonociclisti imprigionati nel limbo osservano con attenzione l’attuale situazione dei futuri insegnanti: dopo le ultime news dal sito del Ministero della Pubblica Istruzione, non può che alzarsi un grido di denuncia per la disparità di trattamento che stiamo subendo!
Per chi non avesse ancora letto la notizia, ci riferiamo alla comunicazione pubblicata nel sito del MPI che ha per oggetto i corsi abilitanti speciali da attivare con modalità telematica.
Questi corsi si fondano essenzialmente su due Decreti Ministeriali: il primo è il D.M. n. 85 del 18 novembre 2005 che concerne l’attivazione dei corsi speciali per il conseguimento dell’abilitazione o idoneità all’insegnamento, riservati al personale che abbia prestato 360 giorni di servizio, il secondo è il D.M. n. 21 del 9 febbraio 2005 che riguarda l’attivazione dei corsi speciali abilitanti, riservati al personale in possesso del titolo di specializzazione per il sostegno, che abbia prestato 360 giorni di servizio su posto di sostegno.
In realtà questi corsi, che consentono l’ingresso in prima fascia, sarebbero dovuti terminare nel 2006, ma, come spesso accade in Italia, in molti casi non sono ancora stati attivati. Se poi si considera che in molti casi la procedura on-line svincola dall’obbligo di frequenza…il risultato parla da solo: 70mila iscritti!
I decreti su cui si basano i corsi citati sono rivolti a chi con il solo titolo e servizio era privo di abilitazione: erano quindi esclusi i già abilitati. Si parla al passato perché, in realtà, non è così che stanno le cose. Infatti, con un vero e proprio gioco di parole, dopo la parola “PRIVI”, aggiungendo la parola “SPECIFICA” davanti alla parola “ABILITAZIONE”, di fatto si da la possibilità ai già abilitati di collezionare altre abilitazioni guadagnando per ognuna 3 punti in ciascuna graduatoria a cui si ha accesso, da sommare ai consueti 12 punti di servizio.
E pensare che noi ne chiediamo solo UNA…LA PRIMA!
Ad onor del vero alcune università hanno applicato alla lettera la legge 143 (Moratti) escludendo dai suddetti corsi chi era già in possesso di abilitazione, ma il nostro Ministro Fioroni, così sensibile alle pene ed ai sacrifici dei suoi docenti, ha posto rimedio a questa ingiustizia con il comunicato prima menzionato, che merita di essere riportato nella sua parte più importante: <<…Premesso che la procedura abilitante on-line riguarda, di norma, solo i corsi non attivati dalle Istituzioni Universitarie del territorio di competenza, qualora si accerti che talune SSIS, nella fase di attivazione dei corsi speciali con procedura normale, abbiano escluso i docenti già in possesso di altra abilitazione, si ritiene opportuno, al fine di non creare disparità di trattamento tra gli aventi titolo a frequentare i corsi speciali abilitanti, consentire agli stessi la partecipazione alla procedura on-line…>>.
Alla luce di tutto questo, i nonociclisti sottolineano una ben più grave disparità di trattamento: il tempo storico che vivono i futuri docenti del IX ciclo è un periodo di transizione dove le nuove forme di reclutamento docente non sono ancora partite e, nonostante i tempi non maturi, è stato attivato il IX ciclo SSIS con le stesse modalità, gli stessi criteri di selezione e di conseguimento previsti nei cicli precedenti. Pertanto, per non creare disparità di trattamento tra gli specializzandi dell’attuale IX ciclo e quelli dei precedenti cicli SSIS, non possiamo essere paragonati alle future forme di reclutamento docente, ma necessariamente dobbiamo rientrare nella procedura che finora ha caratterizzato le Scuole di Specializzazione Secondaria, vedendoci riconosciute le stesse possibilità di accesso alle graduatorie.
Tutti noi abbiamo partecipato al concorso di ammissione alla S.S.I.S a.a. 2007/2008, anche consapevoli delle graduatorie ad esaurimento, perché non esiste alternativa: è l’unica strada da percorrere se si vuole insegnare in Italia.
Nel momento in cui si re-istituisce un nuovo ciclo S.S.I.S. (identico ai precedenti), si prende atto che i tempi non sono ancora maturi per un totale cambiamento. Quindi, il buon senso che dovrebbe essere il criterio ispiratore di ogni norma giuridica, impone l’obbligo di una disciplina specifica anche per questo nuovo ciclo e non un vuoto normativo che umilia gli sforzi e i sacrifici di 12 mila persone, ancora convinte, nonostante tutto, che la cultura sia una risorsa per questo paese e non un peso ingombrante.
Speriamo che il Ministro Fioroni sia sensibile anche al grido di denuncia dei nonociclisti, futuri docenti della scuola di oggi!